Castello di Pietrarossa, Caltanissetta

A Caltanissetta, a sud del quartiere Angeli su una alta rupe si trovano i ruderi del Castello di Pietrarossa, l’unico all’interno della Sicilia ad essere inserito nel tessuto urbano.
È di origine araba e documenta il nuovo insediamento cittadino intorno alla rocca dopo l’abbandono del territorio di Sabucina – S. Spirito in cui si erano stabilite le popolazioni in età precristiana.
I ruderi del castello, detti “la murra di l’Ancili”, restano ancora a testimonianza di un’epoca storica importantissima per Caltanissetta, roccaforte del potere reale nel Medioevo al centro di una Sicilia contesa e divisa dalle lotte per la supremazia.
L’origine del castello non è certa, l’ipotesi più accreditata vuole che il castello fu edificato dai bizantini tra il ‘750 e l’800, ma esistono anche altre cinque ipotesi, secondo le quali l’origine sarebbe:

  • saracena;
  • pregreca (per via di alcune lettere graffite trovate su alcuni baluardi, ritenuti simboli dell’alfabeto sicano);
  • romana (sarebbe nato da “avanzi di fabbriche Romane”);
  • gotica;
  • greca (la rocca sarebbe stata edificata dai siracusani ed infruttuosamente attaccata dagli ateniesi).

Il castello aveva tre torri e dalla sua rocca a picco su un burrone dominava la città, rendendolo praticamente inaccessibile.

Il castello deve il suo nome al colore rossastro degli antichi mattoni di rivestimento.
Fu teatro della resistenza da parte di Nicolò Maletta contro le armate angioine condotte da Guglielmo D’Estendard, purtroppo fu tradito dai suoi e costretto a cedere il castello al francese, alla fine venne impiccato.
Il suo periodo di maggior prestigio si ebbe sotto il dominio degli Aragonesi: durante questo periodo, infatti, fu scelto come sede dei tre Parlamenti generali di Sicilia:

  • nel 1295 vi si svolse il convegno dei baroni di Sicilia per la proclamazione di Federico D’Aragona a Re di Sicilia.
  • Nel 1361, quando Federico III vi si rifugiò per sfuggire alla morsa dei baroni siciliani.
  • Nel 1378, quando, alla morte di Federico III, vi si riunirono i quattro Vicari per spartirsi il governo dell’Isola.
  • Nel 1086 Ruggero conquista Caltanissetta a quel tempo roccaforte musulmana.

Il 1282 viene ricordato per due avvenimenti in particolare: il castello venne saccheggiato durante la guerra del Vespro e Pietro d’Aragona nomina Bernardo de Sarrià castellano di Caltanissetta, dopo la rimozione di Ruggero Barresi.

Nel 1407 re Martino lo concesse in feudo a Matteo II Moncada e ai suoi eredi, ai quali rimase fino alla soppressione del Feudalesimo.

Alla fine del XV secolo i sotterranei del castello vennero adibiti a carceri.

Era la notte del 27 febbraio 1567, quando il castello crollò improvvisamente, forse per una scossa di terremoto, lasciando lasciando ben poco del suo antico splendore. Fu proprio in questa occasione che venne rinvenuto il corpo della Principessa Adelasia, cinto da una corona di rame che ne indicava il nome e la progenie: nipote del Conte Ruggero D’Altavilla, morta a Caltanissetta nel 1151.

Il castello era costituito da tre torri collegate da cortine murarie, la torre centrale era costruita su una roccia bipartita da una profonda fenditura che la attraversa longitudinalmente.

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